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La Sirenetta: la recensione del live action Disney

scritto da Federica Marcucci
la sirenetta

La Sirenetta ci riporta in fondo al mar cercando un equilibrio tra operazione nostalgia e ricerca di una sensibilità più contemporanea.

Diretto da Rob Marshall e interpretato da Halle Bailey, Jonah Hauer-King, Noma Dumezweni, Art Malik, Sir Grimsby, Javier Bardem e Melissa McCarthy.

Nella versione italiana la cantante Yana_C, la doppiatrice Sara Labidi e l’attrice, cantante, doppiatrice e docente di doppiaggio Simona Patitucci doppiano rispettivamente Ariel nella parte cantata, Ariel nella parte parlata e Ursula. Mahmood invece presta la voce al granchio Sebastian.

Il film esce al cinema oggi.

Ariel, una principessa rivoluzionaria 

Era il 1989 quando La Sirenetta arrivava nei cinema dando ufficialmente il via al Rinascimento Disney. Erano passati trent’anni da quando la Disney aveva adattato una favola con protagonista una principessa (parliamo de La bella addormentata nel bosco del 1959) e all’alba del nuovo millennio serviva una protagonista diversa.

E così per la prima volta una principessa Disney si ribellava, inseguendo con tutta se stessa il suo sogno, e sì, anche l’amore in quella che oggi chiameremmo una coming of age story.

La portata rivoluzionaria di Ariel oggi sembra qualcosa da poco, tant’è che in questo remake in live action la Disney ha sentito il bisogno di precisare che La Sirenetta del 2023 sia molto più indipendente rispetto alla sua controparte originale.

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La Sirenetta, versioni a confronto

Un peccato perché, come tutti sanno i disneyani, Ariel canta Part of Your World prima di incontrare Eric. A prova del fatto che il suo è un desiderio forte e sincero. Nel live action questo non viene approfondito, ma sicuramente viene lasciato più spazio al personaggio maschile che, a differenza della sua versione animata, ha un background più completo e che va a incastrarsi bene con la personalità di Ariel.

In questa nuova versione Eric ha addirittura una canzone, Acque inesplorate, la più orecchiabile tra le nuove, anche se forse non diventerà un classico come quelle che tutti conoscono. Tra le novità anche una nuova canzone di Ariel, Per la prima volta, in cui la Sirenetta canta il suo stupore nel vedere il mondo umano e Il grande scoop, momento musicale dedicato a Scuttle e Sebastian.

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Al di là delle minime differenze narrative, per esempio il contratto tra Ariel e Ursula viene stipulato in modo diverso, e un’ambientazione caraibica molto caratterizzata (anche se per noi italiani è impossibile non riconoscere i paesaggi della Sardegna) La Sirenetta risulta essere rispettoso del materiale originale, cercando però di trovare una sua identità.

Cosa non facile quando si ha alle spalle un capolavoro (sì, possiamo dirlo) del cinema contemporaneo e soprattutto quando il film si inserisce in una lunga fila di remake live action, gli ultimi dei quali non sono andati poi così bene. 

Per quanto godibile ed emozionante, il film vive della luce di un’altra opera e questa è la sua debolezza più grande. Il pubblico affezionato si rifarà comunque alla versione precedente e, in ogni caso, l’iper-realismo tanto ricercato dalla Disney non aiuta nel mettere in scena una favola che aveva raggiunto il suo punto più alto con l’animazione. Nonostante tutto sebbene talvolta manchi equilibrio tra dramma e comicità, il pregio più grande di questa nuova Sirenetta è senz’altro quello di aver potuto rappresentare le bambine afroamericane grazie all’interpretazione di Halle Bailey. 

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