Protesta studenti: in piazza mercoledì 17 per dire no al decreto Gelmini scritto da admin 17 Novembre 2010 Le occupazioni d’autunno sono cominciate. Liceali, universitari, in una parola tutto il mondo studentesco si mobilita per difendere il diritto allo studio. Non solo in Italia, proteste arrivano da tutta l’Europa, un unico movimento coeso che, dopo la crisi economica, sente che istruzione e cultura stanno perdendo il loro significato. Occupazione, riunioni, assemblee, mobilitazione totale e internazionale. La scelta del giorno non è casuale, si vuole ricordare la rivolta degli studenti pacifisti cecoslovacchi, arrestati e fucilati a centinaia dai nazisti il 17 novembre del 1939. Motivi della protesta Il coro dei no si leva soprattutto contro il ddl Gelmini che rivede il sistema scolastico in base alle sopraggiunte riduzioni delle risorse e ai differenti pensieri sociali del governo. Oggetto di contestazione anche i tagli alle borse di studio e la conseguente fine della meritocrazia. In Italia sfileranno l’Unione degli Studenti, la Rete degli studenti, l’Unione degli universitari e Link-Coordinamento universitario, mentre i licei delle principali città italiane sono stati dichiarati “occupati” dagli studenti dopo l’interruzione di tutte le lezioni. Manifestazioni: solo l’inizio A Milano i collettivi stanno preparando un nuovo “No Gelmini Day”; mercoledì 17 sfileranno insieme al Comitato Immigrati Italia, mentre a Roma liceali e universitari hanno in programma ben due manifestazioni. Cortei sono previsti anche a Trento, Venezia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Palermo, Catania. Con la rivolta studentesca non si intende conclusa la protesta, anzi le occupazioni proseguiranno fino a convogliare, il giorno 27 novembre, nella grande manifestazione nazionale della Cgil che vedrà scendere fianco a fianco lavoratori e studenti. 30 ottobre 2008 Il 30 ottobre 2008 “l’Onda anomala studentesca” (accompagnata dal coro delle proteste degli insegnanti) indisse uno sciopero generale del comparto scuola per opporsi al contenimento della spesa pubblica in materia di istruzione. Allora i partiti politici di maggioranza ignorarono le proteste bollandole come disinformazione. Ci auguriamo che il 17 novembre “l’internazionale movimento del diritto allo studio” possa divenire anche la giornata dell’ascotlo.