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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker: che cosa resta alla fine della saga?

scritto da Federica Marcucci

Sono passate due settimane dal debutto nei cinema di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker un film che, tra pareri discordanti, sta comunque vincendo al botteghino. In questi giorni negli USA il film si sta fronteggiando con Jumanji: The Next Level, oltre che con Piccole Donne – titolo attesissimo che arriverà da noi agli inizi del 2020.

La fine di un’era

Dopo 42 anni la saga nata dalla fantasia di George Lucas volge al termine con un film che sembra aver diviso ancora una volta i fan. A seguito dell’intermezzo firmato Rian Johnson, Gli Ultimi Jedi, torna dietro alla macchina da presa J.J. Abrams che si trova a fare i conti con scelte narrative non sue.

Da qui una sorta di “aggiustamento di tiro”, una retcon neanche troppo blanda che secondo noi funziona ma che senza dubbio poteva evitarsi. George Lucas stesso ha dichiarato che non era nei suoi piani far resuscitare l’Imperatore Palpatine. Quello che è invece interessante è il recupero di una narrazione molto fedele, soprattutto nelle atmosfere, alla trilogia originale e ben focalizzato sui due protagonisti, Rey e Kylo Ren, al contrario di quanto accadeva nel film precedente, eccessivamente saturo di linee narrative.

Rey e Ben Solo

“Una nuova diade nella Forza”. Così ci viene presentato il dualismo tra i due protagonisti, speculari: entrambi nati sotto il segno della Forza ma da lati opposti, Rey e Ben si distinguono per scegliere autonomamente chi desiderano diventare. Un rapporto, il loro, che è stato aspramente criticato da una parte dei fan che ha visto nel bacio finale un momento eccessivamente disneyano – pure se lo stesso Abrams ha dichiarato di non essersi mai fermato a pensare troppo sullo sviluppo di questo rapporto.

A questo proposito vale la pena ricordare del tipo di legame che c’era tra Han Solo e Leia, ma anche Anakin e Padmé Amidala. Star Wars non è mai stata una saga estranea alle storie d’amore in stile Disney, anche quando la major era lontana dalla Lucasfilm… Certo, lo sviluppo del rapporto tra Rey e Ben non sarà tra i più originali ma non mina di certo la caratterizzazione dell’eroina: come alcuni hanno fatto notare. Al contrario, l’idea del singolo – in questo caso una ragazza, che riscopre il suo essere anche attraverso l’altro – un ragazzo, è un’immagine potente e che non ha nulla a che fare con stereotipi già visti.

Rey è forte, ma è fragile, e ha un’identità ben definita; lo stesso è Ben. Questo rappresenta la diade nella Forza: due singoli che non sono uno la metà dell’altro, bensì due individui che insieme sono necessariamente più forti.

L’ideale femminile di Star Wars

Anche per questo Rey è in questo film ancor più innovativa che negli altri due film. Rey è complessa come una donna vera, motivo per cui non è giusto inscriverla in stereotipi. Può una donna maneggiare una spada ed essere capace di una carezza sul viso? Certo che sì. Questa è forse l’immagine ambivalente che ci porteremo dietro dopo questo ultimo episodio di Star Wars.

Il film però mette solo la parola fine alla storia degli Skywalker . L’espansione dell’universo di Star Wars però è appena iniziata… Non ci resta che aspettare per scoprire di più.

Che cosa ne pensate di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker?