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Valerio Scanu ha vinto la causa legale contro Fabri Fibra per il testo di A me di te

scritto da Alberto Muraro

Fabri Fibra, all’anagrafe Fabrizio Tarducci, è stato condannato dal Tribunale di Milano a risarcire il collega Valerio Scanu a causa di alcune frasi “scottanti” contenute nell’album A me di te, incluso nel disco Guerra e Pace, uscito nel 2013: secondo il pubblico ministero al lavoro sul caso, Silvia Perrucci,  ci sono diversi passaggi della canzone che offendono la reputazione dell’ex concorrente di Amici, facendo riferimento in modo offensivo e discriminatorio al suo orientamento sessuale.

La causa fra Valerio Scanu e Fabri Fibra era iniziata già tre anni fa ma, considerato che il rapper di Squallor non aveva fatto alcun ricorso, è partito automaticamente un pesante risarcimento di 20.000 euro, al quale in ogni caso Fibra ha voluto rispondere con un post su Facebook.

Qui potete ascoltare A me di te di Fabri Fibra e leggerne il testo: pensate che avesse senso tutto questo polverone?

Testo A me di te Fabri Fibra

Sire, chiedo il permesso per andare fuori a compiere il mio dovere, e fare giustizia in questa terra, in questa terra di impostori! Posso Sire, che dice, Sire? “Uccidili tutti!”

Rit. Come vedi, a me di te
Non me ne fre-fre-frega una se
Ti finisco finché sei sul mio disco
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono (x3)
Tutti gli altri si prendono troppo sul serio
Come le tasse, si prendono troppo, sul serio

Vento in poppa come un veliero
Vengo in bocca come a Va*****
Che in verità è una donna, a me sta bene, il mondo è vario
Vladimiro re-invertito, un travestito al contrario
“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo
Esplodevo come a Chernobyl dopo il suo concerto
Eravamo nel suo camerino a bere vino, io l’ho spinto in bagno
Lui mi ha detto “In tutti i mari, in tutti i laghi
Non capisci, mi bagno”
Con una corda l’ho legato sul divano
Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda il mio compagno
Di scuola media, si chiamama Massimo, chiavava al massimo
Una media alta, mi inculava come i mass media”
Io ho risposto “Complimenti”, gli ho abbassato i pantaloni
E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti
Giù le mutande, il liquido fuori da questo glande
Tira su tutto come le canne, mi sono fatto Valeria Scanner

Rit.

Ho le palle come a bowling
Mister “Ho avuto più erezioni che soldi dalle edizioni”
Vi lancio maledizioni in rima, Aleister Crowley
L’arte la paghi, giocano a carte tra ladri
Per un futuro senza nome
Come quella parte che sta tra le palle e il buco del culo
Finti pass, etichette senza fan
Dietro l’onda così fan tutte come Tinto Brass
Mi venga un colpo di genio, rigenero
Il mio disco piace anche a tuo padre come un genero
Il sangue ci ribolle, il vero rap
Non parla di gioielli e di assegni bancari
Finché spendi i soldi di famiglia come i gioielli
Dopodiché sistemerai le cipolle sopra i bancali
Nella testa ho così tanti nemici
Prima o poi li becco tutti come i preti l’ICI

Rit.

Taglio la tua testa
La metto in una scatola e vado a “Buona Domenica”
Appena la conduttrice chiede “Quante donne per te perdono la testa?”
Lancio la scatola gridando “Buona domenica”
Oggi la gente guarda “La Vita in Diretta”
Praticamente se passi la vita vivendo indirettamente
La vita degli altri è una vita indiretta
In tv non c’è niente di vero e tu non darmi retta
I ragazzi della via Paal sopra un grande ufo
Vecchi senza palle, sembrate Grande Puffo
Divento pazzo, ragiono in lingua volgare
Mi frega la figa, non mi frega un cazzo
Rap neorealista in bianco e nero
Tu Va*****, io donna come la rivista
E’ il quarto anno che mi invitano a Sanremo
E che rifiuto una somma che per metà avresti offerto la vista

Rit.