Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 2, la recensione di GingerGeneration.it scritto da Federica Marcucci 20 Novembre 2015 L’attesa è stata lunga, ma alla fine il momento è arrivato e anche noi di GingerGeneration.it siamo andati a vedere Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 2. Nel buio della sala sentiamo soltanto gridolini – più o meno rumorosi – dei fan a cui noi, intimiditi, chiediamo di fare silenzio. Ma alla fine, con un sorriso, ci diciamo che dopotutto anche quello fa parte dello spettacolo… che Hunger Games abbia inizio quindi, perché questa è l’ultima volta. Una saga a cui un pubblico composto da giovanissimi – e non solo – ha dimostrato una dedizione che non si vedeva dai tempi di Harry Potter. Eppure ci vorrà del tempo per capire se Hunger Games entrerà o meno nella cultura popolare, se in qualche modo il fenomeno continuerà e se si potrà parlare in futuro di un’epoca “Hunger Games”. C’è da dire che con questo ultimo film, adattamento del terzo romanzo diviso a metà e atteso in modo spasmodico, il cerchio si chiude, si versa qualche lacrima e si realizzano in tutto e per tutto i desideri dei fan. Quel che è certo è che ci vorrà un bel po’ di tempo per discostare i volti degli attori dai loro personaggi. In particolare per la meravigliosa Jennifer Lawrence: avrà pure il primato di cadute sul red carpet, ma è un’attrice straordinaria. Ritroviamo Katniss Everdeen e i suoi compagni alla vigilia della presa di Capitol City. Ferita e spaventata dal comportamento di Peeta, convinta sempre più di essere considerata soltanto una pedina nelle mani di Alma Coin, la ragazza troverà la forza per proseguire grazie alla fiducia che Gale, Finnick e i suoi vecchi amici ripongono su di lei. Una spedizione nelle retrovie che si trasforma in vero e proprio attacco per andare a uccidere il Presidente Snow. Katniss dovrà dar prova di tutto il suo coraggio per capire chi sono gli amici, i nemici e soprattutto per far sì che la morte delle persone a lei care non sia stata vana. Ma la Ghiandaia Imitatrice non ha paura e conosce il significato della parola libertà… e della parola amore. Perché Katniss piace? Perché sì alla fine ce la fa, ma in realtà è un’eroina imperfetta: Katniss ha paura, si sente inadeguata e non ha scelto di essere chi le hanno di essere. Lei vince non solo perché rappresenta il bene, ma perché non rinuncia alla propria identità e ai propri ideali. In un’epoca, come la nostra, così povera di ideali è grande che i giovani si siano affezionati così tanto ad un personaggio come il suo. Katniss è una ragazza che è amata, che ama a sua volta ma confusa. Non è un caso che la sua storia d’amore si intrecci con un personaggio contraddittorio come Peeta, che non è di certo l’ideale di uomo forte. La positività dei personaggi di Hunger Games sta nelle loro debolezze, nel loro desiderio di quella libertà che andiamo cercando anche noi. Questo, secondo noi, è il motivo per cui Hunger Games potrebbe essere ancora interessante tra vent’anni. Sempre che la Ghiandaia Imitatrice non torni a cantare prima. Avete visto Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 2? Che cosa ne pensate?