Love and Sparkles: il mondo di Tarina Tarantino scritto da admin 11 Settembre 2007 C’era una volta una bambina dai capelli rosa shocking. Si chiamava Tarina e aveva la passione per i gioielli. Tarina racconta sempre che quando nacque, i suoi genitori dissero che aveva gli occhi che brillavano come due diamanti. Un segno del destino? Oppure i genitori di Tarina prevedevano già che quella bambinetta avrebbe fatto di cristalli Swarovsky, perline e camei la sua ragione di vita? Chissà. Sta di fatto che Tarina Tarantino, giovane designer americana di gioielli colorati e fantasiosi, alla giovane età di tre anni realizzava già anelli e collane con pezzi di argilla che la mamma le comprava per stimolarle la creatività. Da lì a realizzare nella sua cameretta (che lei paragonava ad un jewelry store) bracciali e gioielli fatti di accessori vintage, giocattolini, camei di famiglia e pezzi di vecchi orologi, non ci volle molto. Aveva l’oro nelle mani, capace come era di mettere insieme minuscoli pezzetti e brillantini e creare dei bijoux da urlo. Dopo una breve parentesi trascorsa in Europa a fare la modella, periodo durante il quale passava la maggior parte del tempo a curiosare fra le bancarelle dei mercatini caratteristici di Parigi in cerca di cristalli da utilizzare per le sue creazioni, Tarina decise di tornare negli Stati Uniti e lasciare il mondo della moda. Le regole del fashion world (anche quelle legate ad un’alimentazione rigida e controllata) la facevano sentire senza creatività e vuota. Divenne make up artist, ruolo che la faceva sentire molto più a suo agio che sulle passerelle. Durante un party, poi, come per magia o come accade nelle migliori favole, incontrò anche l’amore della sua vita, l’artista Alfonso Campos: lei lo definì “la sua fiamma creativa”. Fondarono insieme il marchio TARINA TARANTINO nel 1995 e si sposarono nell’ottobre del 1999 con un matrimonio da favola in pieno stile “Tarina”. Da questa unione nacque anche una catena di negozi ed un’azienda talmente di successo che People finì per dedicargli nel 1998 un intero profilo sulle sue pagine. Nel 2002, poi, Elio Fiorucci invitò Tarina e Alfonso ad aprire un corner shop all’interno del suo mega-store milanese (Zap, Galleria Passerella 2 – Milano), consolidando anche in Italia un marchio in continua espansione. Tutti ancora si chiedono come abbia fatto questa coppia di creativi, armati solamente di estro, fantasia e volontà a conquistare il mondo femminile nell’epoca del minimal chic, uno stile che ha fatto proprio dell’assenza di accessori un suo cavallo di battaglia. I colori dei gioielli di Tarina, i bracciali composti di perle e palline colorate, i medaglioni appesi al collo con la faccina di Hello Kitty (la gattina giapponese della Sanrio idolo per le ragazzine nate negli anni ’70 e per la quale Tarina ha disegnato un’intera collezione di gioielli denominata “Pink Head”), i fiori di stoffa con applicazioni di swarovsky da intrecciare nei capelli e gli orecchini con le silhouette di Barbie, hanno regalato una ventata di aria fresca e allegria che ha conquistato e inebriato ragazze di tutte le età. «Chi compra i gioielli di Tarina?! – mi risponde ironica la commessa di uno store romano – Tutte le donne, comprese quelle che hanno superato i sessanta o le spose che non intendono rinunciare ad indossare un gioiello della linea Tarina Tarantino Bride nemmeno il giorno delle nozze!». Un’alta qualità dei materiali, quindi, è l’obiettivo che si pongono di raggiungere i designer di questo marchio. Il tutto sapientemente mischiato ad un infuso di colore, tendenza ed eleganza un po’ infantile. «Queste collezioni sono state create pensando a Voi – scrive Tarina nel suo sito web – a quelle nostalgiche Hello Kitty girls, e a quelle che hanno scoperto Hello Kitty per la prima volta!». Un po’ di romanticismo ed un pizzico di infanzia non può far che bene.