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Facebook: il bullismo passa dai banchi di scuola ai social network

scritto da admin

L’ultimo caso più eclatante risale all’episodio della scuola media di Brescia, quando, una ragazzina di 12 anni, è stata costretta ad avere dei rapporti orali coi suoi compagni di classe mentre il professore, in classe, non si è accorto di nulla. Esempi di questi tristi fenomeni, purtroppo, non si fermano qui. L’allerta, questa volta, arriva dall’ istituto Besta di Milano dove ciò che preoccupa è l’arrivo di una nuova forma di bullismo direttamente dal web.

I social network, all’ apparenza così innocui, così divertenti e intriganti, nascondono invece moltissimi insidie. Oltre alla solita cautela che ognuno dovrebbe riservare per questi mondi virtuali, c’è bisogno di avere una certa tolleranza e una buona dose di rispetto per le parole che si scrivono o si dedicano sulla bacheca o sui profili degli amici. Quanto accaduto all’istituto superiore Besta di Milano dimostra, invece, il caso opposto e ciò che si dovrebbe sempre evitare di fare.

L’episodio

Una quattordicenne veniva insultata su Facebook dai compagni in modo talmente offensivo e umiliante che i gestori del sito hanno rimosso la pagina di loro iniziativa. Il gruppo è stato creato apposta da una compagna di classe della vittima, per denigrarla e riempirla di offese pesantissime.
Il padre della ragazza, segnalata l’esistenza della pagina web, ha denunciato tutto ai carabinieri. La vicenda dai tratti spiacevoli, ha scatenato la reazione della preside dell’Istituto, Paola Tieri, che, agendo moralmente, ha deciso di punire i giovani responsabili sospendendo per due giorni i sei studenti iscritti al gruppo Facebook e per una settima la fondatrice del gruppo.
Un’ equipe di psicologi entrerà prossimamente in azione per ristabilire un corretto rapporto tra gli studenti e per capire quali sono state le cause che hanno portato allo scatenarsi di una simile iniziativa impregnata d’odio da parte di ragazzine di soli 14 anni. La ragazza, vittima di questo sottile, subdolo e malefico gioco, è riuscita, fortunatamente, ad affrontare la deludente vicenda con maturità.

La paura e l’indifferenza

"Ciò che più preoccupa di questa vicenda è la leggerezza -dice la preside- con cui gran parte della classe ha affrontato la situazione: ridendo alla vista del sito o, peggio, senza avere alcuna reazione."
E’ questa contagiosa omertà, diffusa anche tra la società dei più giovani, che dovrebbe allertare e preoccupare tutti gli istituti scolastici. Si preferisce il silenzio, più comodo e facile, piuttosto che affiancare gli indifesi. Ci si schiera e ci si maschera nella massa invece di venire fuori alla scoperto e avere il coraggio di scegliere l’onestà alla paura, di scegliere l’onore alla debolezza della maggioranza. Sceglier di essere diversi non dovrebe piu solo costituire una mera eccezione.

Cosa ne pensate del bullismo sui social network? Conoscete molti gruppi che offendono vostri amici o compagni di scuola?